Uno Bianca, parte 2 (FINE)

Spinosa e la Mafia

Giudice Giovanni Spinosa
Sale alla ribalta solo dopo l’eccidio di Castelmaggiore, giugno 1988.
E’ un magistrato giovane, dotato di intraprendenza e di una forte ambizione. Pare abbia un passato in Comunione e Liberazione.
Emette otto avvisi di garanzia nei confronti di Salvatore Adamo, Nicosia (Emma), di Nitto Santapaola, della mafia catanese.
Commette, però, errori che lo rendono criticabile e, quindi, debole là dove ha forse avuto invece delle intuizioni vicine alla verità.
Si fa coinvolgere involontariamente dai depistaggi del brigadiere Macauda.
Nel maggio 1991, tre anni dopo l’eccidio di Castelmaggiore, di fronte all’evidenza dei nuovi fatti è costretto a chiedere il proscioglimento di tutti e quattro gli imputati del reato di omicidio.
La banda dei catanesi e le Coop.
Per l’omicidio del pensionato Adelfino Alessandri viene accusato Domenico Catalfano.
Per l’omicidio della guardia giurata Carlo Bessari, viene accusato Leonardo Dimitri.
Cade però la tesi di Spinosa. Nessuna associazione mafiosa, ma una semplice associazione per delinquere.
Quando i Savi confesseranno, il processo di appello è annullato e gli imputati scarcerati.
Spinosa-Candi- Libero Mancuso, decidono di interrogare un ex terrorista nero, Giuseppe Lo Presti: un rapinatore torinese ed anche tossicodipendente. Pare dica di sapere molto sull’eccidio dei Carabinieri. La pista dell’estremismo di destra è ancora calda. Però si dimostra una persona confusa e farneticante.
Giugno 92: svolta nell’inchiesta della strage del Pilastro.
Nedda il 30 XII 199 riceve un altro avviso di garanzia, ed è incriminato con l’ipotesi di accusa di triplice omicidio.
Spinosa, da poco entrato a far parte della Direzione distrettuale antimafia, diventa il protagonista e fa nascere la pista Nedda.
Simonetta Bersani: tace per 18 mesi, non parla e non dice che la sera del massacro è lì a due passi dalla scena del triplice omicidio. Poi, improvvisamente, racconta di essersi incontrata in piazza Lipparini dove si schianterà, contri i cassonetti dell’immondizia, l’auto dei CC, con Barbara Marchesi fidanzata di Peter Santagata, poco prima della sparatoria: fu veduto dalle due ragazze.
Il duetto Candi-Spinosa fa arrestare anche William oltre che Peter.
Spinosa e la mafia del Pilastro. Non è ricordata da (…?) nell’udienza del 6/6.
Citati testi
Gaetano Chiusola – responsabile squadra mobile
Di Gregori Luciano – DIGOS
Germanà Rino, responsabile della Criminalpol dell’Emilia-Romagna, autorevole esperto di mafia, scampato all’attentato di Mazara del Vallo- Jovine-Domiziana.
Gianni Aldo, questore di Bologna. Il 31 agosto 1994 critico nei riguardi di Gugliotta che definisce un minus, un minorato.
Per l’esperto di mafia Rio Germanà, esiste un legame tra i fratelli Jovine e i Casalesi
Vitantonio Jovine, imprenditore edile, ufficialmente.
Mario, suo fratello: armi e droga
Nipoti di don Fifi, all’anagrafe Mario Jovine.
Mario Jovine. ucciso in Portogallo 1991, era ritenuto uno dei capi storici della nuova camorra organizzata.
Raffaele della Volpe e Francesco Paccone, elemento anch’esso della NCO di Cutolo, vengono processati insieme per detenzione di armi.
Raffaello Della Volpe è con la cittadina austriaca Sabina Faschlunger, hanno una casa sulla Domiziana, vicino Caserta. Qui viene trovato il numero telefonico di Mario Jovine, fratello di Vitantonio. Con Fabio Savi ammette i rapporti di frequentazione l’austriaca amica di Della Volpe.
La punto GT del testimone impaurito, è di Vitantonio e Fabio era a bordo ad indicarlo, Marco Medda ha fatto parte della NCO,
Savi+ Medda+ Santagata?
(ipotesi suggestiva, meritava approfondimenti, nota della Redazione)
Avvocato Mammola: Gugliotta Pietro ha perduto 25 chili.
“Non importa quanto mi danno, ma non devo essere accusato di ciò che non ho fatto”.
 

Schermaglie procedurali e tra avvocati.
Non c’è terrorismo, altri personaggi esistono ed hanno permesso di compiere fatti criminosi.
Episodi di criminalità comune. Gugliotta non è legato politicamente al partito o ai partiti.
La colpa è marginale; è circoscritta ad un episodio
Lettera ritrovata in circostanze strane e attribuita al Gugliotta.
O viene fatta la perizia calligrafica o rifiutiamo l’ammissione della stessa agli atti.

Avvocato Carl Nei/ Fabio Savi:
non ci opponiamo che venga fatta luce sui reato comuni. Non accettiamo che vengano a testimoniare gli appartenenti della commissione stragi (Gualtieri). Ci opponiamo alle disposizioni. Zavoli Pasquarelli

Di Girolamo /Roberto Savi: Nessuno spazio alle fantasie, volgarmente definite ritrattazioni.

Nota della Redazione
Una lunga serie di appunti è dedicata alle udienze del processo in Corte di Assise a Bologna. Terzo e ultimo processo ai Savi.
Appunti estremamente brevi, quasi telegrafici, purtroppo senza collegamenti e legami tali da poterne trarre una sintesi coordinata.
Notazioni del tipo: SC/70 con ogive non militari: “non hanno mai potuto partecipare ad una prova balistica; perizia balistica è ben altra cosa. Con bossoli di Rimini(30 gennaio 88) Casalecchio di Reno (esplosi da due fucili, sempre gli stessi) (19 febbraio); Coop di Massanti(?)13 ott.)
Diversificazione terminologica, tre prove balistiche: con l’esplosione e stabilisce se una data arma ha sparato
Perizia balistica. L’analisi del proiettile, stabilisce le caratteristiche dell’eventuale arma.
Il PM con riferimento alla lettera Gugliotta, rigetta la richiesta dell’avvocato Gamberini di introdurre incartamenti processuali di altri processi.
Collaboratori di giustizia (Spinosa) Fontana, ex prostituta
Bersani; fidanzata di Peter Santagata, Barbara Marchesi.
Graziano: ore 10,30 fece per primo una piantina degli itinerari (1991).
Avv. Gamberini- nelle persone di suo aiutante ha fatto riprendere pagine identikit, ecc.) del suo fascicolo a TV/7
Dirigente gabinetto scientifico Emilia-Romagna dal 1989 –dicembre come consulente tecnico1 collegamento 90 10-23 dic.
2°      “              91 4 ge.
AR70
(sempre la Redazione) Difficilissima interpretazione, impossibile coerenza di fraseologia, si denuncia l’estrema difficoltà, senza registratore,  di poter seguire i ritmi, sovente disordinati con accavallamenti di voci, di affermazioni e di negazioni, di critiche e di scambi verbali  non proprio eleganti.
Lo scenario raffigurato dagli appunti considerati in queste pagine dell’agenda, raffigurano una situazione formata da numerosi soggetti, molti dei quali estremamente lacunosi quanto a definizione, ruolo, rilievo, etc.
Le udienze di Bologna, più di quanto si ebbe modo di rilevare a Rimini, presentavano una <realtà> processuale alquanto caotica, priva di un filo conduttore ben individuabile, situazione nella quale i profili degli imputati, dei testi e di quanti venivano evocati pur essendo sostanzialmente estranei ai fatti in giudizio, davano l’idea di uno zibaldone entro cui difficilmente si riusciva a localizzare gli episodi, i moventi, le responsabilità, mentre i sospetti, gli indizi afferenti altri casi, si andavano accumulando, mostrando chiaramente quale sia stato il disordine investigativo, l’approssimazione inquirente, l’inconcludenza  nel classificare la vicenda nelle sue parti e nelle sue conseguenze.
Dall’agenda:
Si continuava a citare la cosiddetta< pista Macauda>, la Y10 del Macauda e apparivano personaggi quali Romanelli Medina legale di Bologna; Dr. Farneti, consulenza tecnica e balistica
M:llo Cardellicchio (?): relazione tecnica balistica
Poi ci fu, una non meglio identificata Caterina (?) che riferì in ordine al riconoscimento di Fabio Savi ( da alcuni testi indicato vagamente come <il lungo>, mentre il <corto> -parve alla Corte- di poterlo  attribuire al fratello Roberto, sensibilmente di statura più bassa).
Si ebbero poi alcune testimonianze,o, se si preferisce, riscontri di precedenti deposizioni regolarmente verbalizzate, circa l’uccisione (4.01.91) di <Stefanini, Mitilini e Moneta, i tre giovani Carabinieri assassinati al Pilastro>.
Surace Salvatore, dirigente della Squadra Mobile, sul rinvenimento del foglio di servizio in dotazione all’equipaggio composto dai CC uccisi;
Colonnello Curcio Claudio: idem c.s.
Capitano Roberto Casagrande, sull’attività  di vigilanza disposta presso il quartiere successivamente ai fatti
Capitano Tricarico, su indagini e rinvenimento foglio di servizio dell’equipaggio.
Agente Cozzoli Poli (?) capo pattuglia volante intervenuta il 4-01-91 al Pilastro.
Agente Campana capo pattuglia 2^ volante PS intervenuta.
Maresciallo Virtù, sulla consegna a Stefanini del foglio di servizio.

Una serie di ipotesi o di indizi ambigui:
Lomastro Ciro: nella Questura di Bologna: 5 agosto 84 squadra mo bile; dicembre 88 poi passato… Furono informati i vertici romani? Vi fu coordinamento con i Carabinieri? Non c’è stato collegamento tra l’uccisione dei due carabinieri e il tentativo di rapina alla Coop?  No.
Sono stati svolti accertamento con la Digos e con i servizi segreti per appurare la natura terroristica tra l’uccisione di Stasi ed Erriu e la rapina alla Coop. Accertamenti amministrativi su appartenenti alle forze di PS e dei CC quando vi fu il sospetto che potessero essere dei poliziotti o dei carabinieri? NO

Gli interrogativi traspaiono dalle notazioni, contribuendo a rendere nebuloso il panorama entro cui si ebbe lo svolgimento dell’attività dei banditi della Uno Bianca, lasciando intravvedere tutta una serie di incastri, di rapporti viscosi, intrecci e forse intrighi costruiti ad arte, tramite varie deposizioni. Abili depistaggi, caratteristica saliente dei Savi, e  tuttora non chiariti, permanendo nell’atmosfera della Uno Bianca, una nube impenetrabile  e tossica, di spessa e pungente caligine.

Le annotazioni sembrano livide tracce su un tessuto connettivo marcio, acquitrinoso, velo ingannevole di una palude fetida, dove nessuno ha ritenuto di scavare, ricucendo le fila, fornendo profili e fisionomie e togliendo di mezzo ogni sovrapposizione strumentale. Dominava la fretta di chiudere la questione in qualunque modo fosse possibile, pur di tenere lontano dalle riflessioni e dai giudizi l’inerzia, la superficialità, l’approssimazione cui avevano fatto ricorso gli inquirenti e gli investigatori.
Qualcuno ha dato seguito all’annotazione seguente: “Nicola Marrocco(?) sezione narcotici: riferì un sentito dire. Mentre Fontana (…??? ), buoncostume:Forniva  notizie su catanesi per droga. Citato anche Buono Carlo, in servizio alla Questura di Firenze 20 sette.86/15 luglio 93”.
Ancora: Sezione narcotici. Un gruppo si occupò delle rapine in via Gorchi e di quelle della Coop. Cannarozzo, questore, diede questo ordine; perché?
Rapine Coop= lucro.
Coordinamento tra sezione narcotici e la Criminalpol. Lavorò con 2 dipendenti a tempo pieno. Digos no.
Marino Occhipinti- ottimi risultati nella volante, Poi approdò alla narcotici, amico Mezza   Giuseppe assistente e buoncostume
Armeria Via Volturno, ancora sulla narcotici. Che tipo di coordinamento tra gli uffici investigativi di Bologna: Si faceva un coordinamento Digos-Criminalpol-Narcotici e con un responsabile. Parlò di scollamento ( forse sempre il BUONO Carlo che parla) parlò di scollamento nella relazione Serra: altra pagina complessa e di difficile interpretazione).
Non c’era un vero titolare di indagine. Forse questo potrebbe spiegare alcune  delle  contraddizioni.
Venne creato ad agosto 91 un ufficio specifico investigativo a Rimini, dopo il furto dell’armeria. Senso unico: travasare tutto a Rimini
Squadra mobile di Bologna continuò le indagini su Medda-Calabresi su quanto avveniva.
Ritennero di avere individuato i colpevoli, quindi ci dissero di smettere ,Agosto/Sett. 91
4 gennaio 92:presunti autori del Pilastro si pensò di averli individuati e si cessò ogni indagine.
Uno Bianca: esistevano scambi di informazioni tra il personale CC-Finanza e della squadra mobile, tanto che ci fu il rafforzamento con elementi presi da altri settori. Agli appostamenti e alle indagini tutti partecipavano e nelle intercettazioni. Mancavano le direzioni strategiche. Il dottor Buono, in sostanza insiste: mancavano le direzioni strategiche, non c’era un vero titolare delle indagini.  Il Buono diresse la squadra mobile senza però averne i poteri. Qualunque  richiesta dal Buono avanzata  non veniva presa in considerazione dal dottor (…??) il questore del momento e preoccupato della  (???).
Caratteristiche salienti: Uno Bianca.
Armi Caratteristica balistica.  Beretta 9x21
Armeria Volturno: AR70
Vettura e il metodo di accensione
Figure uno basso- uno alto (Redazione: con specifico riferimento a come apparivano le figure di Fabio e Roberto Savi).
Teste: non ho una visione totale degli avvenimenti perché io ho proseguito le mie indagini sui narcotici. Non mi sono mai occupato, se non in un primo momento: Mancuso-Candi- Digos.
Fucili AR/70: la scientifica ipotizzò e vennero i nominativi dei possessori dell’arma; tra questi quello dei Savi. Dotto Preziosa si occupò della faccenda; non ricordo chi portò il Savi con il suo fucile. Poi fu accompagnato alla scientifica.
D- Particolarità sull’agente Savi?
R-Non notai particolarità.
D –Armeria ha svolto indagini?
R- Si ( fa vedere gli identikit).
Armeria Volturno : se ne occupò la polizia incaricata.
I tabellini furono appesi negli uffici Rapina. . Negli uffici degli agenti, no, non credo.
D-Si parlò di appartenenza alla PS O  ai CC o forze dell’ordine?
R – Si. L’atteggiamento militare, il modo di sparare; dalla descrizione dei personaggi veduti da chi era presente. Tenemmo sotto controllo un ufficiale del Distretto militare.
 

Redazione:


Siamo all’ultima parte delle note dell’agenda. Non è dato sapere se ulteriori notazioni siano state fatte su altra agenda ( non rinvenuta) o su blocco di note, egualmente irrecuperabile. Si aggiunga che queste ultime <osservazioni> del soggetto denunciano  rilevazioni di un  ambiente fortemente confuso e intricato, con conseguenti difficoltà nel districarsi tra i cespugli informativi in essi celati o solo tratteggiati.
Si è di fronte alla somma di un lungo periodo di investigazioni, sovente pasticciate, incredibilmente mescolate a questioni del tutto marginali e ininfluenti. Sarebbe stato indispensabile un filtraggio severo e una suddivisione dei diversi canali sui quali procedere.

Anna  Maria Fontana, ex prostituta.
Conosciuta dal Buono ai tempi della Buoncostume, ha come sorella una tossicodipendente e così quando Buono passa alla narcotici diventa la collaboratrice del responsabile del settore.
E’ anche l’ex di uno dei componenti la banda dei Catanesi: Merletta, Napolitano, Spampinato, Platania,Gli Amato,i Raciti, Catalifano.
E’ la grande a accusatrice: si accusa dell’omicidio di Adolfino Alessandri, dopo la rapina alla Coop bolognese di via Gorki e, qual pentita e con il rito abbreviato, verrà condannata a 5 anni e sei mesi
I   componenti assommano 327 anni di galera. Quando i Savi confesseranno (?) la sentenza, da associazione mafiosa, si muta in associazione a delinquere. La “cupola” se la cava con sei anni di galera.

Santa Caterina di Quarto. 10.12.90.
a) Appello Spinosa   Musti. Pag.14, capoverso 7, Salvatore Mazzola ( o Mezzola ?), riconosce nei Santagata e in altre persone i suoi feritori.
b) Relazione Giovannini, pag. 20 sui fatti 10-12-90
c) Non riporta tale nominativo.
Chiusolo. G.1978- assegnato Squadra Mobile
5 A 1994

1986- Funzionario anziano facente dirigente in assenza
1993 diviene funzionario dirigente
Rapine e omicidi non ha una sezione nella Criminalpol
92  fine del periodo sequestri
89-91 sempre fuori sede per i sequestri
Coop indagini- Lo Mastro più ispettori
Dic 90 stagione di sangue – Zecchi, Nomadi,Pedoni(??), non si occupò di tali fatti. dottor (??) Bandolini.
Ha partecipato per sopraluogo Pilastro, ma non seguì il fatto perché dovette seguire altri sequestri.
Volturno-   NO
Nei sei mesi partecipò al coordinamento sulle banche
25 agosto 1991 gruppo di lavoro affidato a me (???)
Procuratore generale preoccupato per la mancanza di c ordinamento, costituì il gruppo; tentativo fallì perché i magistrati di Romagna non furono d’accordo e fallì ogni altro tentativo di collaborazione e un romano non fu del parere. Fu fatto , allora u  gruppo di poliziotti, Rimini/Riccione, vennero impiegate 17 persone  .Mantegazza/Rimini, poi passata a Riccione  (?) operò dal 25 agosto 91/ 8 ottobre 92.
25 agosto 91: inizia lì operazione investigativa
Criminalpol-Digos( solo Bologna)- Squadra Mobile e Digos Forlì -  Collaboratori Bologna: Bartolin ed altr.
Bologna  non era coinvolta perché il gruppo doveva interessarsi solo dei fatti di Rimini e Ravenna.
1^ indagine: Pesaro- capo della squadra volante riconobbe…(??)
Gruppo di lavoro investigativo…(??)
Annotazione in pagina poi interamente bianca: Marco d’Orazzo, Via del Pratello, Tribunale dei minori.

Redazione: vi è una pagina con una nota dell’<osservatrice>:

“Ancora una volta i guasti tecnici/audio hanno fatto da padroni, obbligando il presidente Mancuso a sospendere l’odierna udienza in Corte d’Assise”.
“La particolarità di questo processo consiste proprio nelle difficoltà che alle volte hanno il volto di un teste che pur occupando posto di evidente importanza ha una memoria non consona al personaggio che rappresenta. Altre volte di un avvocato bizzoso che ripropone fino alla nausea domande con concetti triti e ritriti, tanto da innervosire persino il presidente.

Nell’agenda segue l’elenco dei testi
Aldo Gianni questore di Bologna 1° IX  94
Preziosa-
Dottor Germanà Rino
21/22  94 IX
Mercedes 7 colore  visone FO

Fabio Savi
Concessionaria Santarcangelo
Di vecchi (??) Rimini: 117 nominativi,  non c’è il nome di Fabio 3 Nov 94.

Udienza del 25/6
Gianni Gennaro
Giovanni Bonadia
Poliziotto ch fece delle dichiarazioni e poi ritrattò
Dottor Renato Aziatti (?)
Signor Michele  Calatafini   (ex? Maresciallo  CC)
M.llo Marcoccio.
1
26/6
Isp.Luciano Baglioni
So vr. Pietro Costanza
Norma Maltoni

27/6
Roberto Maggioli,  Maria Grazia Antonini (gestori bar di Torriana)
Claudio Maddalena
Sovr. Peruzzi.
Isp. Barbieri
M.llo A. Nennella (??).

(Redazione).  Le annotazioni dell’<osservatrice> - secondo quanto appare dall’agenda consultata e qui scritto, riportando fedelmente quanto annotato (comprese le incertezza di lettura, evidenziate con i punti interrogativi) -  si concludono con la seguente nota scritta di pugno dall’osservatrice medesima:
“PM-BO Non ha, finora, presentato né testi né elementi  di tale interesse  da giustificare la presenza degli stessi nelle udienze tenute fino a oggi.
“I testi citati da Giovannini hanno dato l’impressione di essere giunti in aula non preparati adeguatamente al compito che dovevano affrontare. Personaggi e funzionari di PS e della Questura hanno fatto rivelazioni o dato testimonianza su fatti in un modo o nell’altro molto nebuloso perché nebulosi erano i loro ricordi.

Parole, espressioni come “non so”,”non  ricordo”, “ero assente” “  non dovevo per questo”, e via dicendo,  non  sono state certamente molto qualificanti per il ruolo che i singoli nomi occupavano al tempo delle vicende della banda vuoi della “Regata”, vuoi della “Uno Bianca”, vuoi delle Coop, banda che ha dominato in Romagna, ma soprattutto in provincia di Bologna.
Al primo round introduttivo a successivi fatti che vedranno anche avvenimenti delittuosi, si è avuta l’impressione che vi sia solo una gran fretta da parte dei più di concludere un vicenda che ha già, secondo molti, dei colpevoli quali i fratelli Savi, Gugliotta,  Occhipinti.
Non si penetra in profondità, non si cercano affinità tra avvenimenti,  non si da importanza anche ad una frase che potrebbe essere frutto di fantasia, di invenzione- potrebbe essere-, ma se non lo fosse?
Non viene richiesta- ad esempio – una controperizia psichiatrica di Bonadia, un agente  che nel dicembre del 1994 rivelò proprio al PM Giovannini lì esistenza di un progetto denominato “ meraviglioso”.
Chi è in sostanza il Bonadia? E’ un agente di PS che lavorava in quegli anni delle vicende Banda Uno Bianca nella sezione controllo del territorio. In seguito passò alla polizia giudiziaria con incarico i seguire le indagini per conto della magistratura. Conosce Roberto Savi… (E chi è Chiusolo? E perché viene citato?
Redazione)
La penna dell’osservatrice si ferma qui.
Considerazioni acute, coinvolgenti e persino inquietanti. Non si può né si deve aggiungere altro.
E’ giusto  così?  (2. Fine).


NOTA del coordinatore redazionale.
La parte finale delle annotazioni dell’osservatrice, una signora molto preparata e, si è appreso, allieva del professor Benfenati, docente di psicologia dell’opinione pubblica,  all’Ateneo di Urbino negli anni 950/960, tratteggia uno scenario particolarmente inquietante e al tempo stesso suggestivo. L’indizio del Bonadia acquisisce una corposità straordinaria e una sua fisionomia persino limpida. Tutto ciò che gravita confusamente attorno alla  vicenda dei Savi, assume la dimensione di un piccolo universo dove nella dimensione  familiare a Roberto e Fabio, è un ruotare di personaggi diafani, impalpabili e di episodi e vicende apparentemente marginali, scollegate, ma poi tutte  fatalmente confluiscono sotto il fattore comune della Uno Bianca o di chi la manovrava e la utilizzava (?). Nessuno tra gli inquirenti ha ritenuto di volere chiarire fino in fondo ruoli, responsabilità, partecipazione, il perché delle presenze e dei collegamenti  di troppi individui che le annotazioni tracciano sovente con una parola o con un tratto nervoso, sotto la spinta delle parole successive pronunciate da un teste o da un avvocato. Rileggendo qualsiasi pagina delle notazioni tali scorci appaiono, improvvisamente, inattesi, come lampi  nel buio di una tempesta notturna. E si dissolvono senza lasciare traccia alcuna.  Se non l’eco flebile di  domande: chi sei? Perché sei qui? Che cosa sai? Quale il tuo ruolo? Perché non rimani?
Così come improvvisi e non motivati, affiorano le assunzioni di responsabilità dei Savi,  che scagionano e assolvono,  quasi a comando; e chi abbia scorso le pagine del libro, di cui si è proposta la copertina, ricorderà certo la frase del poliziotto bandito: “Ho le mie responsabilità, ma non possono addebitarmi tutto”.
E’ quel “tutto” che, prima, gli inquirenti e gli investigatori e, in seguito, i magistrati della Corte d’Assise non hanno definito, determinato, quantificato. 
Si è chiesto, alle autorità competenti, un colloquio con Roberto Savi. E’ stato tassativamente negato.
Ma Roberto Savi che ne pensa? (Infostorianews).